10 Settembre 2015 di Daniele Frulla
Nao è un piccolo robot e potrebbe essere un nuovo membro della stazione spaziale ISS (Stazione Spaziale Internazionale). Dall’apparenza enormemente piccolo, a Nao sarà dato il compito di memorizzare tutti gli accadimenti all’interno della Stazione Spaziale.
Nao è in grado di registrare l’autobiografia dei vecchi astronauti come la nostra astronauta italiana Samantha Cristoforetti.
Le conoscenze che il robot Nao apprenderà nel suo viaggio saranno trasmesse di volta in volta ai nuovi membri dell’equipaggio.
Inotre sarà possibile registrare un evento con la data e inserirlo in un contesto così da rendere il lavoro per gli astronauti molto più veloce.
Progettato nel 2004 dalla francese Aldebaran Robotics, il robot umanoide (alto 58 centimetri) potrebbe diventare membro permanente a bordo dell’ISS.
I risultati sono stati presentati al 24° International Symposium on Robot and Human Interactive Communication a Kobe, in Giappone.
Trasmettere la conoscenza tra un equipaggio ed un altro può ridurre di molto gli errori che si faranno nel fututo durante l’orbita nella ISS.
Allo stesso tempo, il robot memorizzerà azioni nuove dagli esseri umani che lo circondano, tramite dimostrazioni fisiche, imitazione visiva o comandi vocali. Il tutto verrà immagazzinato nella memoria di Nao e potrà essere utilizzato in qualsiasi occasione dagli esseri umani.
I ricercatori hanno progettato questo tipo di memoria in vista di una sempre più stretta collaborazione uomo-robot, che ormai sta diventando una realtà importante nell’ambito scientifico/tecnologico.
E’ già membro della stazione ISS l’umanoide Robonaut 2: nata dalla collaborazione tra NASA e DARPA, l’unità è stata “spedita” in orbita nel febbraio 2011 per assistere gli astronauti in operazioni più complicate (soprattutto attività extra-veicolari).
Per testare la memoria di Nao, gli scienziati hanno messo in atto uno scenario di emergenza sulla ISS. Durante il cambio di equipaggio si danneggia una scheda importante. Qui entra in gioco Nao, che dirige le operazioni del nuovo equipaggio, assistendo anche durante la riparazione del danno. Il robot è programmato per registrare video delle sue “esperienze” a bordo, utili da mostrare all’equipaggio se dovesse verificarsi la stessa emergenza.
Nao e Robonaut 2 rappresentano solo l’inizio di questa nuova fase in cui l’essere umano dovrà lavorare sempre a più stretto contatto con gli “aiutanti” robot.
I ricercatori sperano di testare il prima possibile Nao nello spazio e a zero gravità, ma il robot potrebbe avere un’utilità sociale anche sulla Terra: pensate se potesse affiancare (come memoria personale) le persone anziane.
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