di Daniele Frulla
Questa ricerca ed esperimento presso la Sapienza di Roma darà sicuramente il via libera ad altrelnuove ricerche nel campo delle nano tecnologie.
L’idea è semplice ed innovativa: utilizzare i batteri per far muovere un motore microscopico. Nell’esperimento si possono visualizzare i batteri ed il motorino che gira.

L‘uomo ha sempre sfruttato le risorse ed anche gli animali che la natura metteva lui a disposizione e come si sfruttavano i cavalli per tirare una carrozza, così si sfruttano micro-organismi per generare un movimento caotico su un minuscolo motore. Bello no? E le applicazioni sono molteplici.
I ricercatori dell’Istituto nazionale per la fisica della materia del CNR, in collaborazione con ricercatori del Dipartimento di Fisica, lo scorso febbraio hanno dimostrato la fattibilità del dispositivo in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Physical Review Letters.
Il micromotore alimentato a batteri è composto da minuscole rotelle dentate e asimmetriche delle dimensioni di qualche decina di millesimi di millimetro (40-50 micron) immerse in una soluzione popolata da batteri (Escherichia coli). Il movimento caotico e disordinato dei batteri fa ruotare le nano-rotelle in modo mediamente regolare e ordinato, così da azionare il motore.
In pratica i batteri funzionano da convertitori di energia chimica in energia meccanica, configurandosi come una sorgente di lavoro alla nanoscala.
Le possibili applicazioni:
- movimentazione di fluidi nei chip per analisi biochimiche;
- alla produzione di energia elettrica a una scala minima per la quale attualmente non ci sono generatori.
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di Daniele Frulla
Partendo dalla notizia di qualche tempo fa relativa al tentativo di rendere decifrabili le conversazioni su Skype, che adotta standard crittografici molto robusti (di grado militare a 256 bit), si vuole esplorare l’aspetto sociale della conoscenza.
Lo scopo non è intercettare i criminali che usano Skype (in quanto utilizzerebbero un altro software), ma piuttosto vietare l’uso della crittografia ai privati, rendendo i cittadini onesti soggetti al controllo dello Stato. I criminali userebbero la crittografia comunque, che rappresenterebbe per loro il reato meno grave. Tanto vale violare una legge in più.
Oggi il valore più importante è rappresentato dalla conoscenza che per sua natura è pubblica e non esclusiva, e Internet costituisce la piattaforma dell’innovazione e della divulgazione, non è proprietaria, e permette a miliardi di persone di esprimersi direttamente, offrendo la possibilità di eliminanare il monopolio dei mass media sull’opinione pubblica.
I blogger o in genere coloro che lavorano nel mondo della conoscenza rappresentano una potenzialità per la trasformazione sociale, sviluppando culture e modi di produzione autonomi, con la possibilità di generare sistemi politici più avanzati e democratici.
Internet con i blog, l’Open Source, Wikipedia e altri prodotti simili sono i primi importanti segnali di trasformazione economica e culturale in contrapposizione alla società capitalista, basata sull’interesse di pochi, sulla segretezza, la competizione e la speculazione finanziaria.
di Daniele Frulla
Le applicazioni open source, rappresentano un lodevole ed efficacissimo modello di collaborazione ma spesso un fallimentare modello di business per aziende e utenti finali, che non ne riescono a cavalcarne l’onda.
In sostanza il mondo Linux fallisce anche perché sembra meno in grado di venire incontro alle reali esigenze degli utenti di quanto non avvenga con le soluzioni Microsoft.
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di Daniele Frulla
La Rete ha contribuito allo sviluppo e ad una sempre maggiore diffusione del software opensource, ovvero tutti quei software i cui autori ne permettono lo studio e l’apporto di modifiche da parte di chiunque. Qualunque persona che abbia conoscenze di programmazione può verificare il funzionamento di un software opensource ed apportare migliorie.
Grazie a questa filosofia sono nate vere e proprie “comunità” online che favoriscono lo scambio di informazioni tra sviluppatori, iscritti o comunque semplici utenti che apprezzano un particolare prodotto opensource, che non è sinonimo di freeware, perchè un software gratuito non necessariamente è “open” ovvero non mostra il suo codice sorgente. Leggi…
di Daniele Frulla
Al Lago di Lugano detto anche Ceresio sarà presentato l’evento “Corpo, Automi,, Robot” dal 25 ottobre 2009 al 21 febbraio 2009.
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di Daniele Frulla
L’enorme problema nell’immediato futuro, che la società e tutto il mondo dovrebbero risolvere, è la carenza di energia.

Già da anni si stanno studiando nuove fonti di energia, più o meno promettenti, più o meno salutari.
Visto l’ammontare degli strumenti elettronici in circolazione, di cui oggi quasi non si può fare più a meno, si sono studiate batterie che funzionano attraverso isotopi radiattivi.
Come Funzionano
Queste particolari batterie sfruttano il decadimento radioattivo degli isotopi del trizio, materiale prodotto dal deuterio con un decadimento che dura decine di anni.
Il decadimento radioattivo fa in modo che elettroni nell’atomo di trizio vengano espulsi già naturalmente (atomo instabile con decadimento beta). L’espulsione di questo elettrone causa la polarizzazione del semiconduttore inserito nelle vicinanze generando corrente elettrica.
Applicazioni
I ricercatori che hanno sviluppato questa tecnologia all’Università del Missouri, sono sicuri che queste batterie avranno molteplici applicazioni, e soprattutto se ne potranno ridurre di molto le dimensioni.
Le possibili applicazioni saranno: cellulari, palmari, ebook, pacemaker, tutti quei dispositivi di piccole dimensioni che hanno necessità di poca energia per funzionare.
Molti non lo sanno, ma già sono stati studiati e sviluppati i cosidetti Generatori Termoelettrici a Radioisotopi, una versione precedente di generatore.
Sono stati testati da anni proprio per esplorare lo spazio con motori ad alto rendimento.
Chissà, magari in un prossimo futuro si potrà trovare una mini centrali nucleare in ogni casa, condividendo la risorsa energia col mondo.