I social network

di Daniele Frulla


Una rete sociale (social network) è una rete fisica, composta da un gruppo di persone connesse tra loro da legami sociali come la conoscenza, i rapporti di lavoro ed i vincoli familiari.

 

Le reti sociali, che sono spesso usate come base di studi sociologici, vengono analizzate usando la teoria dei grafi, che ne esprimono la densità. Nel 1992 Robin Dunbar affermò che le dimensioni di una vera rete sociale sono limitate a circa 150 membri. Questa affermazione è nota come “Il numero di Dunbar“,  ma anche come la regola dei 150. Questo numero è stato calcolato sulla base di studi di sociologia e antropologia, sulla dimensione massima di un villaggio e può essere legato a due fattori:

– alla soglia di abilità media degli esseri umani di riconoscere dei membri e tenere traccia degli avvenimenti emotivi di tutti
– in alternativa potrebbe essere dovuto a una questione economica ed al bisogno di individuare gli “scrocconi“, sempre presenti in gruppi più grandi.
Oggigiorno la “regola dei 150” è violata dalla versione di Internet delle reti sociali, una delle forme più diffuse di comunicazione in rete.

Un servizio di social network si basa su una struttura informatica identificata da un sito web di riferimento che permette la creazione di un profilo personale partendo da informazioni come il proprio indirizzo email fino ad arrivare agli interessi, alle passioni ed alle esperienze di lavoro passate.
Questi servizi permettono di gestire e consolidare online amicizie esistenti o di estendere la propria rete di contatti. Così ci si trova ad allargare la cerchia di contatti con gli amici degli amici, idealmente fino a comprendere tutta la popolazione del mondo, come prospettato nella teoria dei sei gradi di separazione del sociologo Stanley Milgram (1967), ma proposta addirittura nel 1929 e recentemente ritornata alla ribalta con internet, anche se qualcuno si domanda, che se fosse reale questa teoria, come mai non si riesca a trovare i ricercati più famosi e vi invito a leggere questo articolo.
I social network esplosero nel 2003, grazie alla popolarità di siti web come Friendster, abcTribe.com (per studenti universitari) e LinkedIn (per professionisti), mentre oggi si registra l’avanzata di Facebook in un numero crescente di nazioni, Stati Uniti compresi, dove regnava MySpace. Anche l’Europa sembrerebbe esserne affascinata, anche se resistono alcune roccaforti, soprattutto se costruite su culture di determinate aree, come Hi5 in Portogallo e Romania, Nasza-klasa in Polonia, Hyves nei Paesi Bassi, Iwiw in Ungheria e probabilmente non riuscirà a scalfire le cortine di ferro di servizi locali come V Kontakte e Odnoklassniki (russi), Maktoob (in alcuni paesi arabi) e Orkut (Brasile e India), di proprietà di Google.

L’uso dei social network sta avendo un ruolo anche nell’evoluzione delle radio on line, che non si limitano a proporre musica in formato mp3, ma interpretando i gusti propongono musiche simili, facendo scoprire nuovi artisti, ritmi e musicalità. Attraverso vari siti come Pandora.com (che per motivi di licenze è valido solo per gli Stati Uniti), lastfm.it, musicovery.com è possibile creare delle community invitando i propri amici per ascoltare la musica con preferenze simili alle proprie.

Un ulteriore sviluppo delle reti sociali è rappresentato dalla possibilità di creare applicazioni orientate alla comunità degli iscritti e per qualcuno i social network potrebbero diventare i sistemi operativi web del futuro (Microsoft ha investito in Facebook, 240 Ml $, Novembre 2007), creando nuove tipologie di applicazioni un tempo impensate.

Google Instant

di Daniele Frulla


Usiamo Google tutti i giorni e recentemente abbiamo iniziato a sperimentare la versione del moderno indovino Google Instant, il nuovo passo evolutivo del motore di ricerca della casa Mountain View.

 

Ricerca mentre digitiamo la query e prevede ciò che vogliamo trovare, ricerca mentre scrivi, questo è in sintesi il motto che sta dietro a questa tecnologia. Il motore di ricerca lanciato ormai dodici anni fa da due studenti dell’università di Stanford è in grado di rispondere agli utenti risultati in tempo reale, e prova a prevedere cosa si scrive per risparmiare tempo, dai 2 ai 5 secondi a ricerca. Non sembrano molti, ma se pensate a tutte le ricerche che si fanno in una giornata, il risparmio è evidente. Perché buttare via tempo? Time is money.
Il rapporto tra le query (interrogazioni) e Google non è più statico. Google anticipa i navigatori per offrire i risultati e non aspetta che si clicchi sul pulsante “Cerca”, rendendolo pressochè inutile. A ogni lettera che scrivete nel box di ricerca, la pagina si aggiorna con i risultati. Instant però fa anche di più. Non solo offre i risultati in maniera rapida e dinamica, ma cerca persino di prevedere la vostra chiave di ricerca. “Instant prende ciò che avete già scritto, prevede quale sarà il completamento più verosimile della vostra chiave di ricerca e invia i risultati in tempo reale di queste previsioni”, scrive l’azienda sul proprio blog.
Google Instant riassunto in tre punti:
* Risultati dinamici – Si ricevono i risultati durante la digitazione in modo per potere interagire rapidamente e cliccare sui contenuti web che si cercano.
* Previsioni – La previsione della chiave di ricerca è una delle tecnologie principali di Google Instant che consente di risparmiare la digitazione con un risparmio medio di pressione di 9 tasti.
* Scorrere per ricercare – Simulando una pseudo conversazione con il motore di ricerca, si può scorrere attraverso le previsioni e vedere i risultati con il tasto “Freccia Giù”
Per arrivare a questo nuovo tipo di ricerca superveloce Google ha lavorato su nuove tecnologie che hanno riguardato i sistemi di caching, la capacità di controllare in modo adattativo la velocità con la quale vengono mostrati i risultati e ha ottimizzato il rendering della pagina con i JavaScript in modo che i browser potessero tenere il passo.
Google Instant richiede Internet Explorer 8, Chrome 5, Firefox 3 o Safari 5. Il servizio è offerto inizialmente solo in Francia, Stati Uniti, Germania, Italia, Russia, Spagna e Regno Unito per gli utenti collegati con un account Google e con browser adeguati. Instant sarà in seguito introdotto anche in altri paesi e nei prossimi mesi sarà disponibile anche in versione mobile.

Google Caffeine

di Daniele Frulla


Come annunciato a giugno nel suo blog ufficiale Google ha lanciato Caffeine, il nuovo sistema di indicizzazione, che in base alle dichiarazioni ufficiali dovrebbe garantire contenuti più aggiornati ed un maggior numero di risorse indicizzate rispetto alle precedenti versioni del motore di ricerca, permettendo di trovare più facilmente i contenuti più rilevanti, anche di recente pubblicazione.

 

In un vecchio articolo parlammo della struttura del motore di ricerca di Big G ed il vecchio indice era strutturato su diversi livelli ed ogni livello veniva aggiornato ad un ritmo differente ed indipendente dagli altri. Caffeine è un sistema di continuo aggiornamento della “mappatura” del web, mentre prima veniva eseguita ogni due settimane dovendo analizzare l’intero Web, con un significativo ritardo tra il ritrovamento di una pagina ed il momento in cui era messa a disposizione dell’utente. La differenza sostanziale riseide nel fatto che Caffeine analizza il Web in piccole porzioni e aggiorna l’indice su base continua, globalmente, analizzando centinaia di migliaia di pagine contemporaneamente e quando trova una nuova pagina o nuove informazioni su una pagina esistente, viene aggiunta all’indice in modo da renderla subito disponibili agli utenti, aggiungendo centinaia di migliaia di Gb al suo database. Caffeine si pone l’obiettivo di svecchiare il modo in cui Google ordina e giudica gli elementi trovati sul Web, adattando così il motore di ricerca alle nuove esigenze ed alla nuova varietà di contenuti che gli spider sono in grado di identificare. Google arriva sul contenuto e dispone dello stesso in tempi molto più rapidi, riuscendo così a scattare fotografie del web in modo molto più efficace rispetto alla modalità precedente ed avvicinando così sempre di più il motore al limite teorico del “live search”. Per i mesi a venire Google promette ulteriori novità, cercando così di mettere a frutto tutte le potenzialità che il nuovo sistema di indicizzazione è in grado di offrire.
Caffeine rappresenta la base sulla quale Google intende costruire il prossimo futuro della ricerca sul Web, perchè Big G punta tutto sulla velocità, sulla reattività e sulla disponibilità di contenuti nuovi ed il cambiamento non è di poco conto in quanto ogni minima variazione sull’infrastruttura di base di Google è in grado di pesare radicalmente sulla Rete, perchè Google rappresenta la porta di accesso al Web per gran parte degli utenti in tutto il mondo. Così il nuovo mantra è quello della velocità: Google arriva prima sui contenuti e chiede ai webmaster di disporne sul web nel modo più efficiente possibile, il nuovo algoritmo di Google premierà la velocità di esecuzione dei siti, valorizzando nel ranking i siti con migliori performance.
Il principio è chiaro: così come Google velocizza i propri tempi di risposta e di analisi dei siti, allo stesso modo si attende dai siti stessi una risposta rapida ed una esperienza di navigazione veloce. L’utente si sta abituando all’istantaneità di accesso alle informazioni, dunque la rapidità delle risposte implica un valore aggiunto per tutti quei siti che evitano codici che appesantiscono le pagine che devono essere semplici ed immediate. Per Google la velocità è un parametro di valutazione nuovo, mai preso in considerazione fino ad oggi, anche se risulta difficile pensare che la velocità possa essere valutata in senso assoluto, poiché la ricchezza delle pagine potrebbe essere un valore ben più importante della loro rapidità d’apertura, quindi potremmo associare tale concetto a quello di performance, inteso come velocità di interpretazione del codice.
La storia ha insegnato che le rivoluzioni non avvengono in un giorno e se Big G fa esplicito riferimento alla velocità come qualità importante, al tempo stesso predica tranquillità. «No stress, take it easy»: perchè i cambiamenti non saranno immediati né radicali. Nel frattempo pensiamo tutti all’ottimizzazione del codice JavaScript dei nostri siti.

 


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